Traduzione e Bibliografia
Agorni M. - La traduzione. Teorie e metodologie a confronto - "Traduzione. Testi e strumenti", LED Edizioni Universitarie – Anno 2005
La traduzione è sempre stata caratterizzata dalla molteplicità e varietà delle metodologie impiegate al fine di raggiungere molteplici obiettivi. La traduzione viene vista non più come un’attività interdisciplinare; oggi si preferisce parlare di multi-disciplina, termine che intende riflettere sia l’autonomia disciplinare del settore sia la pluralità di approcci e prospettive che lo contraddistinguono. Il volume è interamente dedicato al ramo teorico della traduzione: la selezione di saggi di argomento teorico che hanno segnato il dibattito contemporaneo sulla traduzione è illustrata mediante una panoramica critica che si esprime in modo tematico. In particolare si analizza l’elaborazione degli apporti provenienti da settori disciplinari affini alla traduzione, elaborazione che consente alla nuova disciplina di assorbire e far propri i fermenti provenienti da campi svariati quali linguistica, studi culturali e di genere, letteratura, sociologia e filosofia.
Bermann A. - La traduzione e la lettera o l'albergo nella lontananza - traduzione di Giometti G. - "Quaderni Quodlibet" n. 16, Quodlibet – Anno 2003
Guida che si basa sul seminario di Antoine Berman tenutosi a Parigi nel 1984. Al centro della riflessione c’è il tema della letteralità nel tradurre, a partire dall’idea che non è possibile parlare di traduzione in senso stretto quando si mira alla semplice restituzione del senso, alla semplice ricerca di equivalenti, senza scontrarsi integralmente con il peso corporeo della lettera. Tuttavia la letteralità viene spesso confusa con “calco servile”. Il seminario mira a far emergere la natura più profonda e produttiva di questa operazione. Si procede quindi all’analisi di tre casi esemplari di traduzione letterale: Klossowski traduttore di Virgilio, Hölderlin traduttore di Sofocle e Chateaubriand traduttore di Milton. Il suo stile è rapido, informale, ma preciso nella definizione delle problematiche diventando uno strumento prezioso tanto per chi si cimenti nella pratica del tradurre, quanto per chi osservi il fenomeno con occhio puramente teorico, ma anche per chi s’interroghi sull’espressione linguistica in generale.
Bonnefoy Y. - La comunità dei traduttori - "Le parole e le cose", Sellerio di Giorgianni - Anno 2005
In questo libro uno dei maggiori poeti francesi viventi si confronta con la "pratica" del tradurre. Un racconto interno diretto ad una seconda professione praticata con eccellente perizia, ma vissuta come una sensibilità esistenziale. Yves Bonnefoy ha infatti seguito le orme di Nerval, Baudelaire e Mallarmé. Tuttavia, l’originalità assoluta di Yves Bonnefoy nella traduzione risiede nei suoi criteri critici paralleli: « Je ne puis faire que je n’écrive un essai après ou même pendant chacune ou presque chacune des traductions que j’ai entreprises ».
Boothman D. - Traducibilità e processi traduttivi. Un caso: A. Gramsci linguista - Guerra Edizioni Guru – Anno 2004
Tra il ‘29 e il ‘31 Gramsci compone i suoi primi Dieci quaderni del carcere, tre dei quali dedicati alla traduzione diretta allo studio delle lingue, "mezzo terapeutico" contro l'inaridimento dovuto alla detenzione. L'atto del tradurre è concepito come pura mediazione culturale, non solo tra lingue naturali, ma anche tra linguaggi e discorsi paradigmatici diversi. Il volume ricostruisce la sua teoria della traducibilità e dei processi traduttivi, mostrando un Gramsci precursore della svolta culturale che caratterizza la traduttologia negli anni Ottanta del Novecento.
Bruni L. - Sulla perfetta traduzione – "Sileni" n. 10, Liguori - Anno 2004
Già agli inizi del XV secolo il Bruni parlava di discorso e ritmo, con una terminologia molto attuale. Il traduttore deve percepire tutti, per così dire, i pregi di uno scritto e ugualmente riprodurli nella lingua in cui traduce. Poiché due sono i generi di ornamenti - uno quello con cui si dà colore alle parole, l’altro quello con cui si dà colore al pensiero - l’uno e l’altro implicano difficoltà per il traduttore; maggiore comunque, la implicano i colori delle parole rispetto a quelli dei pensieri, per il fatto che spesso gli ornamenti di tal genere consistono in ritmi, come quando gli uguali si accordano con gli uguali o i contrari con i contrari, oppure gli opposti fra di loro: quelli che i Greci chiamano “antitesi”. Spesso le parole latine hanno più o meno sillabe delle greche e spesso non corrisponde un suono uguale.
Cardinaletti A. e Garzone G. - L'italiano delle traduzioni - "Lingua, traduzione e didattica" n. 8, Franco Angeli - Anno 2005
Volume che raccoglie gli studi sulle particolarità dell'italiano utilizzato nelle traduzioni. Analizzandone gli aspetti sintattici e semantici viene confermata la tesi che la lingua usata nelle traduzioni è parzialmente diversa dalle produzioni spontanee nella stessa lingua. Viene affrontato anche il rapporto tra l'italiano utilizzato dai traduttori e l'evoluzione dell’italiano standard, sottolineando sia la tendenza a mantenere tratti conservativi rispetto al linguaggio spontaneo che la presenza di tratti innovativi, riconducibili all’interferenza con la lingua di partenza e paragonabili ad altre situazioni di contatto linguistico.
Cukovskij K. - La traduzione: una grande arte –Libreria Editrice Cafoscarina – Anno 2003
Un libro sul tema ‘traduzione’ per tutti coloro che amano leggere piacevolmente. Vi si parla del difficile ed entusiasmante mestiere del traduttore, un po’ misconosciuto, a volte mal remunerato, ma determinante per la comprensione e il successo di un autore straniero.
Davico G. - L'industria della traduzione. Realtà e prospettive del mercato italiano - ""Laissez-passer"" n. 6, Seb27 – Anno 2005
Con la globalizzazione è aumentata per le aziende l’importanza della comunicazione in lingue straniere nel condurre transazioni commerciali con altri mercati. L’industria della traduzione è quindi un’area in continua espansione, perché la comunicazione tra popoli diversi è uno strumento necessario a superare le barriere linguistiche e culturali che li distinguono. Questa pubblicazione fornisce un resoconto sulle caratteristiche di questa tipologia di impresa. È un’opera sincera che rivela i miti del mondo della traduzione, restituendone un’immagine reale frutto dell’enorme esperienza diretta di Davico. Uno strumento utile per chi desidera approfondire la conoscenza di questo settore, un testo che si rivolge alle agenzie e alle agenzie di traduzione, ai traduttori professionisti per cercare di dare dignità ad un campo spesso oscuro.
Drumbl Johann - Traduzione e scrittura –"Transit" - LED Edizioni Universitarie – Anno 2003
Martin Heidegger osserva che "ogni tradurre deve essere un'interpretazione. Al tempo stesso però vale anche il contrario: ogni interpretazione e tutto ciò che è al suo servizio è un tradurre". I limiti dell'interpretazione sono i limiti grazie l'analisi di Goethe, Walther von der Vogelweide, Mörike, Rilke, Musil, Handke, Daniele Del Giudice e Umberto Eco. Oltrepassando i confini tra lingue e generi letterari queste ricerche convergono verso una "critica della traduzione" d'impronta ermeneutica che riflette pure il pensiero messianico di Benjamin, il cui saggio "Il compito del traduttore" occupa un posto centrale del volume.
Eco U. - Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione - "Studi Bompiani", Bompiani - Anno 2003
L’opera fonda le sue radici da una serie di conferenze e seminari sulla traduzione tenuti da Umberto Eco a Toronto, Oxford e all'Università di Bologna. I testi si propongono di sollevare problematiche teoriche partendo da esperienze pratiche, quelle che Eco ha fatto nel corso degli anni come correttore di traduzioni di altri, come traduttore in proprio e come autore tradotto che ha collaborato con i propri traduttori.
Faini P. - Tradurre. Dalla teoria alla pratica –"Università" n. 548, Carocci – Anno 2004
Questo manuale propone spunti di discussione teorica ed esempi pratici di alcune delle numerose insidie della traduzione. L’opera si organizza in più sezioni, dedicate al rapporto tra inglese e italiano e alle tematiche connesse al trasferimento culturale e al linguaggio figurato, foneticamente e alle modalità di organizzazione, adattamento e modulazione del testo. Ogni argomento è arricchito da numerosi esempi. La sezione finale - nella quale sono commentati brani tratti da testi letterari – corrisponde a una vera e propria guida all'analisi del testo di partenza e alla valutazione delle diverse strategie esercitate dai traduttori per la produzione del testo tradotto.
Giovanardi R. - Inglese -i taliano 1 a 1. Tradurre o non tradurre le parole inglesi? - "Studi" n. 45, Manni - Anno 2003
Tra i paesi europei, l’Italia è quello che accoglie più diffusamente l’influsso linguistico anglo-americano. È noto che in Francia esiste da anni una legislazione protezionistica, per cui software è tradotto con logiciel; forse è meno noto che in Spagna la Real Academia filtra gli anglicismi alla fonte, proponendo adattamenti e traduzioni e regolandone l’acquisizione nei vocabolari. Presso gli esperti linguisti italiani è invece diffusa l’idea che niente debba essere fatto. Il parlante ne avverte il problema e si aspetta indicazioni, come testimoniano le tante lettere a giornali e periodici. Ultimamente qualche voce preoccupata si è levata anche tra scienziati, insegnanti e giornalisti, autorevoli rappresentanti della cultura e lingua italiana. Con questo libro non si desidera alzare barriere e neppure si auspica un anacronistico dirigismo linguistico. Tra l’accettazione incontrollata e la censura può esserci una soluzione di equa convivenza che passi per un controllo del vocabolario. Sono semplicemente delle valide proposte per una convivenza giusta e pacifica. E’ indubbio il primato internazionale dell’inglese. Tuttavia, la via maestra è lo studio e il controllo del vocabolario per la corretta circolazione e trasmissione del sapere, la coniazione sorvegliata di terminologia tecnica nei vari settori, nel quadro dell’europeizzazione linguistica.
Marcos y Marcos - Testo a fronte. Vol. 30 – Anno 2004
"Testo a fronte" è una pubblicazione semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria diretta da E. Mattioli, F. Buffoni e A. Mandelbaum. La rivista - che propone articoli, riflessioni, saggi, recensioni - unisce ai grandi nomi del settore i nomi di giovani studiosi e poeti.
Novati L. e Seghi P. - Premi e incentivi alle traduzioni - "Quaderni del Giornale della libreria" n. 3, AIE – Anno 2003
Se Italia non è un paese di accaniti lettori è sicuramente un paese di forti traduttori: quasi un libro su quattro stampato dalla case editrici italiane è infatti il risultato di una traduzione. L'attenzione italiana all'estero ha però un costo. Decidere di acquisire i diritti di un libro da tradurre all’estero è ovviamente più oneroso. Per questo l'Associazione italiana editori (AIE) ha trasformato un progetto di ricerca sui premi e contributi per la traduzione all'estero e in Italia, avviato nel 1999, in uno dei Quaderni dell'Ufficio studi Aie, dal titolo "Premi e incentivi alle traduzioni", curato da Laura Novati e Paola Seghi. La pubblicazione raccoglie ogni dato possibile riguardante premi, incentivi, contributi previsti da organismi pubblici e privati. Uno strumento utile per gli editori, visto che i contributi coprono generalmente l’intervento del traduttore, da un minimo del 30% alla totalità del costo della prestazione. Per ogni paese sono così disponibili notizie dettagliate su chi fornisce contributi, sui criteri di ammissione, sui documenti necessari per presentare la domanda. In particolare, i finanziamenti sono resi disponibili per opere di narrativa, poco per quelle di poesia e per le opere teatrali, quasi per nulla per la saggistica.
Steiner G. - Dopo Babele. Aspetti del linguaggio e della traduzione - traduzione di Bianchi R. e Béguin "Saggi", Garzanti Libri – Anno 2004
Il saggio "Dopo Babele" George Steiner è il primo tentativo particolareggiato di situare la traduzione nel cuore della comunicazione umana e di esaminare come le costrizioni alle quali è sottoposta richiedano un'indagine filosofica. Steiner constata che la traduzione è formalmente e praticamente implicita in ogni atto della comunicazione: "capire" significa sempre "decifrare", anche quando la comunicazione avviene all'interno della stessa lingua.